In aereo, davanti a un ascensore della Trump Tower di Manhattan, nel resort di Mar-a-Lago. Una sconosciuta ma giovane receptionist, l’assistente di un fotografo, una giornalista in servizio: “Mani invadenti: sembrava un polipo. Baci in bocca non voluti. Ero scioccata. Fatti, non parole. E io non ero d’accordo”. Un episodio dopo l’altro, una donna dopo l’altra, e tutte accusano Donald Trump di averle importunate. È l’onda lunga del video che ha cambiato il corso della campagna elettorale, un’onda lunga che rischia di travolgere il candidato repubblicano, perché non si tratta solo delle accuse: arrivano tutte dal passato, non ci furono mai denunce, solo racconti ad amici e parenti. Si tratta delle accuse, pesanti per un candidato alla Casa Bianca, ed è la linea di difesa scelta da Donald Trump. “Sono rimasto molto imbarazzato. Ho un fortissimo rispetto per le donne”. “L’ha mai fatto prima?”. “No, non l’ho mai fatto” “Non ho mai baciato una donna senza il suo consenso”, aveva detto durante il dibattito di Saint Louis. “In quel video ci sono solo chiacchiere, sboccate certo, ma chiacchiere”. E, invece, così non sembra. Le accuse sono circostanziate, gli episodi sempre molto simili. Trump li nega, uno dopo l’altro: “Sono tutte bugie, finzioni. Nulla di tutto ciò è mai successo. Sono una montatura”. Parole che difficilmente saranno sufficienti, però, anche perché la sua stessa strategia punta a tenere gli scandali sessuali altrui sotto i riflettori, gli scandali di Bill, nello specifico, e il ruolo che secondo lui Hillary avrebbe giocato nel minacciare e screditare le donne coinvolte, perché – è l’idea – se è vero che Donald i voti delle donne non li recupererà più, a questo punto deve puntare a farli perdere a Hillary, quelli delle donne e quelli dei più giovani, abbassare l’affluenza alle urne per avere ancora una chance.