Con le elezioni presidenziali all'orizzonte, gli hacker sono tornati all'assalto degli Stati Uniti. Il colosso Microsoft ha rilevato un'offensiva contro più di 200 organizzazioni, anche politiche, fra cui le campagne che si contendono la Casa Bianca, cioè Donald Trump contro Joe Biden. La matrice degli attacchi è triplice: russa, cinese e iraniana. Da un lato l'intelligence militare del Cremlino, già infiltratasi nel 2016 con il furto delle e-mail di Hillary Clinton, avrebbe aggredito indiscriminatamente sia Dem sia Repubblicani, dall'altro Pechino si sarebbe concentrata sullo sfidante Biden. Spesso l'obiettivo dei cyber attacchi non è soltanto danneggiare una delle parti in corsa per influenzare il risultato, ma è aumentare la polarizzazione del dibattito e quindi renderlo più tossico, esasperando le divisioni. Qualcosa che un Paese già lacerato come l'America del 2020 non può permettersi.