In dieci contro Trump e in nove contro Biden. Con queste poche parole si può riassumere la seconda puntata del secondo dibattito fra i candidati democratici a Detroit. L'ex Vicepresidente, ancora avanti nei sondaggi, è stato uno dei principali bersagli della serata. Ad attaccarlo anzitutto Kamala Harris, che già nel primo dibattito lo aveva messo in difficoltà, mettendo in dubbio il suo antirazzismo, e Biden, a sorpresa, ha chiesto clemenza, questa volta. “Vacci piano con me, ragazzina”, sussurra l'ex Vicepresidente a inizio dibattito, ad una sorpresa Kamala Harris, che però non ascolta le sue richieste. Torna più volte durante il dibattito a chiamare in causa Biden anche sulle questioni razziali. “Quando il Vicepresidente Biden era al Senato degli Stati Uniti a lavorare con i segregazionisti per opporsi al busing, che era il veicolo con il quale avremmo integrato le scuole pubbliche americane, se fossi stata al Senato degli Stati Uniti in quel momento, sarei stata completamente dall'altra parte. E chiariamo questo: se quei segregazionisti si fossero fatti strada non sarei stata membro del Senato degli Stati Uniti”. Ma la Harris non è la sola a voler demolire il vantaggio di consensi in campo democratico dell'ex Vicepresidente, che viene attaccato anche sulla giustizia, sulla sanità e sul fatto di non voler depenalizzare il reato di immigrazione illegale e sulle deportazioni ai tempi di Obama. Biden si difende, provando ad apparire come il politico di esperienza, tacciando come irrealistici i piani sull'assistenza sanitaria dei suoi avversari, e ricordando l'eredità di Obama sia sulla riforma sanitaria che, ad esempio, sul programma per legalizzare i “Dreamers”, i giovani entrati clandestinamente nel Paese quando erano ancora bambini. Ma, oltre alla Harris, a darle addosso sono anche il Sindaco di New York, Bill de Blasio, e il senatore del New Jersey, Cory Booker, che si è distinto questa sera, mostrando ancor più chiaramente quanto la sua sia una candidatura valida ed insidiosa per lo stesso Biden. “Signor Vicepresidente, lei voca il Presidente Obama più di chiunque altro in questa campagna. Non può farlo quando è conveniente e poi evitarlo quando non lo è”.