Usa 2020, Trump lancia la campagna per la rielezione

19 giu 2019
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Era il 18 giugno del 2015 quando Donald Trump scese con la moglie Melania dalle scale mobili della Trump Tower per andare ad annunciare nell'atrio della sua Torre la decisione di correre per la Casa Bianca. E ieri, a quattro anni di distanza, è il Presidente Trump che sale sul palco di un'Arena gremita ad Orlando, in Florida, per lanciare la sua campagna per la rielezione nel 2020. Lo slogan che lo portò alla Casa Bianca quattro anni fa "Make America Great Again", fare di nuovo grande l'America, diventa adesso "Keep America Great", mantieni l'America grande, perché, sostiene Trump, in questo primo mandato la sua squadra ha rivoluzionato il Paese, portando risultati economici senza precedenti e contrastando, come nessuno prima, l'immigrazione illegale. "Ecco perché" - spiega Trump - "nessun altro Presidente è stato più amato di lui" tranne George Washington. "Ma ora bisogna finire il lavoro" afferma Trump, puntando il dito contro gli immigrati che, secondo il Presidente, vogliono privare gli americani dei loro diritti e contro i democratici, che a suo parere vogliono distruggere il sogno americano. Solleticare le paure ed esacerbare le divisioni restano, dunque, due ingredienti principali nella ricetta elettorale di Trump a cui al momento manca, però, ancora uno sfidante da attaccare. Non a caso, nel suo primo discorso, ne ha per tutti. Se la prende con i media liberal, portatori di fake news, con Obama, con l'inchiesta sul Russiagate che, spiega Trump, è risultata in un nulla di fatto, ma ci ha fatto lavorare sotto assedio per due anni e mezzo; con la sua vecchia avversaria, Hillary Clinton, tornando ad accusarla per le migliaia di e-mail cancellate di quando era Segretario di Stato; con i democratici in generale, dipinti come abortisti; contro le armi che vogliono aprire le frontiere e scendere a patti con i competitors economici degli Stati Uniti, come la Cina. Della lunga lista di candidati democratici che proveranno a togliere la Casa Bianca l'anno prossimo ne cita solo due, quelli con i consensi più alti, quelli che sono avanti a lui nei sondaggi, anche se i numeri, come insegna il 2016, quando c'è di mezzo Trump vanno presi con le pinze. L'ex vicepresidente Joe Biden che soprannomina "Joe l'addormentato" e Bernie Sanders, a cui dice "L'America non sarà mai un Paese socialista".

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