Rischia di essere una brutta sorpresa sotto l'albero di Natale della Casa Bianca. Mercoledì prossimo scade il Titolo 42, la norma anti immigrazione introdotta dall'amministrazione Trump che la scusa di contenere il Covid rispediva in Messico i disperati che cercano di attraversare il confine con gli Stati Uniti. Contestatissima dai Democratici e dal Presidente Biden, era però stata mantenuta in vigore con minimi correttivi per i minori non accompagnati, per evitare che la mai risolta questione dei migranti esplodesse in faccia all'amministrazione come una bomba a orologeria. Il dramma alla frontiera Sud degli Stati Uniti, che Trump voleva sigillare tirando su un muro, è infatti continuo, anche se sale ai disonori delle cronache solo di tanto in tanto. L'ultima stima è di quasi 45mila persone in fuga dal centro America accampate in Messico in attesa di entrare. Solo a El Paso, piccola cittadina che è una delle porte di accesso principali in Texas, l'altro giorno hanno provato a sconfinare, tutte insieme, più di 1000 persone. Il Dipartimento dell'Interno prevede che alla decadenza della norma restrittiva ogni giorno cercheranno di farlo almeno 9000 migranti e probabilmente molti di più. A meno che un Giudice non blocchi tutto un'altra volta. Il Titolo 42 è diventato infatti una battaglia politica e legale tra i Repubblicani, che l'hanno inventato e lo difendono, e i Democratici, che lo contestano ma ne hanno disperatamente bisogno, con il risultato paradossale che i primi ne rinfacciano l'utilizzo ai secondi. La totale mancanza di una politica dell'immigrazione è finora la più grande sconfitta del Presidente Biden che ha mollato la patata bollente alla sua vice e si è ben guardato dall'andare a visitare la frontiera. Adesso ci sono cose più importanti, aveva detto pochi giorni fa, sarà ma per l'America che con lui doveva tornare terra dell'accoglienza è tutt'altro che una bella figura.