La priorità di Washington è trovare un accordo sulle esportazioni cinesi di terre rare e magneti, essenziali per la produzione di moltissimi beni come smartphone e veicoli elettronici negli Stati Uniti, mentre Pechino vuole ristabilire l'accesso ai prodotti statunitensi come semiconduttori e altre tecnologie correlate all'intelligenza artificiale. Il nuovo round di negoziati arriva dopo la telefonata tra il Presidente americano Donald Trump e quello cinese Xi Jinping della scorsa settimana. Il primo contatto tra i due leader da quando è scoppiata la guerra commerciale a febbraio. Il mese scorso, durante i negoziati di Ginevra, le due potenze avevano concordato una tregua di 90 giorni sui dazi commerciali, ma da allora ciascun Paese aveva accusato l'altro di aver violato l'accordo. Trump aveva accusato Pechino di aver bloccato l'esportazione di terre rare. Per ritorsione aveva annunciato ulteriori restrizioni al settore dei chip, minacciando, annunciando, la revoca dei visti agli studenti cinesi. La Cina aveva ritenuto le iniziative americane rinnegamento delle sue promesse commerciali. Mentre l'amministrazione Trump si aspettava che la Cina revocasse le restrizioni sui minerali, l'apparente lentezza di Pechino ha scatenato la frustrazione della Casa Bianca. Nella guerra commerciale scatenata da Trump la Cina è stata il Paese più colpito, tanto da rispondere con controdazi innescando un botta e risposta che aveva portato le tariffe fino al 145%. .