Questa è San Francisco oggi. Sono le prime ore del giorno ma intorno solo tenebre. Un cielo arancione intenso fa da sfondo al Golden gate bridge, la costa occidentale degli States si sveglia in un clima spettrale, e la giornata prosegue senza mai vedere la luce. Solo foschia e fumo intorno al ponte simbolo della città, gli incendi scatenati dalla combinazione di un'ondata di caldo e da persistenti venti secchi continuano a devastare l'America da oltre tre settimane. Sono proprio i forti venti ad alimentarli e a fare arrivare qui il fumo anche da decine di miglia di distanza. Il Nord della California brucia e l'effetto è drammaticamente spettacolare. Secondo le stime in sole 24 ore sono andati in fumo 1000 chilometri quadrati di vegetazione e diverse persone hanno perso la vita, morte, mentre tentavano di fuggire dal fuoco a piedi o rimaste intrappolate nelle loro auto in fiamme. È proprio questa una delle aree più colpite, insieme allo Stato di Washington, al Nevada e all'Oregon. Anche qui, dove gli incendi sono un'anomalia per via del clima generalmente fresco e umido, il cielo si è tinto di rosso. I vigili del fuoco cercano di domare decine di roghi ancora attivi, mentre la Governatrice dello Stato Kate Brown ha già chiesto lo stato di emergenza, temendo un numero record di vittime. Migliaia di ettari di terra bruciati e almeno cinque città completamente distrutte con evacuazione di massa ancora in corso, mentre un altro fronte del fuoco ha minacciato Paradise, città devastata solo due anni fa dal più letale incendio nella storia dello Stato, provocando lunghissime code di auto in fuga.