C'era una volta l'America quando si sognava la California ma anche la movida di Miami, la vita culturale di Washington o più banalmente le mille luci di New York. Tutto era a poche ore di volo mai come oggi invece complice la diffusione di una variante del virus che ironia della sorte si chiama come una compagnia aerea gli Stati Uniti sono praticamente inaccessibili. Il governo ha appena detto che le restrizioni agli ingressi, imposte da Trump all'inizio della pandemia e confermate da Biden resteranno in vigore per un tempo al momento indeterminato. La notizia ha creato più di una perplessità in Europa perché colpisce soprattutto i paesi dell'area Schengen che da un mese e mezzo avevano riaperto le porte agli arrivi d'oltreoceano, aspettandosi una reciprocità mai arrivata. E anche perché ormai l'andamento della campagna di immunizzazione tra le due sponde dell'Atlantico è molto simile. Negli Stati Uniti è già completamente vaccinato il 60% degli adulti sopra i 18 anni, nell'Unione Europea il 56. La ripresa dei viaggi internazionali è considerata una priorità in tutto il mondo ma tra le diverse certificazioni vaccinali e i continui aggiornamenti scientifici la situazione è confusa. La Gran Bretagna ad esempio ha cancellato la quarantena richiesta a chi viene dall'America. Il Canada ha deciso di riaprire ai vicini il 9 agosto. La Casa Bianca invece non si fida e continua a limitare gli ingressi. Per turismo direttamente dall'Europa non si può entrare. Al momento negli Stati Uniti possono arrivare liberamente solo i possessori di passaporto americano, i diplomatici, gli studenti e i professori di università statunitensi. Chi ha un visto di lavoro invece deve essere autorizzato dalle ambasciate che con il contagocce concedono eccezioni per professionisti la cui attività risponda a un non meglio precisato interesse nazionale, risultato decine di migliaia di europei e migliaia di italiani bloccati in un limbo chi in America da dove non possono uscire altrimenti non riescono a rientrare, chi in Europa impossibilitato a tornare al suo lavoro negli Stati Uniti.