Gli Stati Uniti non falliranno. L'accordo di compromesso, frutto di mesi di trattative tra i democratici, che controllano il Senato, e i repubblicani, che hanno la maggioranza alla camera, sarà presto legge. Dopo il delicato passaggio dei rappresentanti mercoledì scorso, nella notte il testo è stato approvato anche dai senatori con 63 voti a favore su 100: 46 democratici, 17 repubblicani. Appena sufficienti a superare la soglia necessaria di 60. Nessuno ha fatto scherzi rallentando i lavori come invece si temeva. Se la legge sulla responsabilità fiscale, che sospende fino al gennaio 2025 il limite all'indebitamento americano, non fosse entrata in vigore entro lunedì, gli Stati Uniti avrebbero fatto default innescando una potenziale catastrofe economica che avrebbe certamente danneggiato il governo democratico ma non avrebbe risparmiato neppure i repubblicani, corresponsabili della perdita di milioni di posti di lavoro e miliardi di dollari. La gravità della situazione, alla vigilia dell'anno elettorale, era tale che per ottenere i fondamentali voti dell'opposizione il presidente ha dovuto concedere in cambio sostanziali tagli alle sue politiche sociali, dagli aiuti alimentari, alla scuola salvaguardando il budget per la difesa. Tutti possono dire di aver vinto qualcosa. Nelle prossime ore Biden firmerà la legge, evitando di passare alla storia come quello sotto il cui governo è fallita l'America. Il negoziatore repubblicano McCarthy, speaker della Camera, porta a casa l'agognato tetto alla spesa pubblica.