Mollato dai più fidati consiglieri, dal Ministro della Giustizia, da lui nominato, dalla figlia prediletta addirittura secondo l'allora procuratore generale William Barr scollegato dalla realtà. Si mette male per l'ex Presidente degli Stati Uniti, imputato in contumacia in uno spettacolare processo politico che, trasmesso in diretta, sta appassionando milioni di americani con la ricostruzione dell'attacco al Campidoglio. Dopo l'udienza di apertura, ieri la Commissione d'inchiesta sui fatti del 6 gennaio ha cercato di dimostrare come Trump abbia consapevolmente diffuso la teoria del furto della Casa Bianca, allo scopo di organizzare un colpo di Stato, nonostante sapesse benissimo che il voto fosse regolare. Sfilano i testimoni: il capo della sua campagna elettorale gli disse che non c'erano motivi per dichiarare vittoria; col passare delle ore, mentre si contavano le schede democratiche arrivate più tardi via posta, divenne sempre più chiaro che Trump aveva perso e neanche di poco. A fomentarlo però, apparentemente brillo dice la vice Presidente della Commissione, c'era il suo vecchio avvocato Rudy Giuliani; ma il protagonista indiscusso dell'accusa è l'ex Procuratore Barr che smonta tutte le teorie del complotto. Nessuna prova di voti buttati a Detroit o di manipolazioni della società Dominion che produceva le macchinette per il conteggio delle schede, né tantomeno di migliaia di elettori defunti che avrebbero votato a Philadelphia. La Commissione d'inchiesta ricorda che i legali di Trump hanno presentato in diversi Tribunali 62 cause per presunte irregolarità minori mai denunciando brogli, con giudici nominati da Trump o dal suo Partito ne hanno perse 61; quella vinta non aveva niente a che vedere col risultato, che infatti non cambiò, ma con la scusa di contestarlo Trump avviò una capillare campagna di raccolta fondi che ha fruttato 250 milioni di dollari; soldi usati però per tutt'altro, come pagare i suoi uomini o fare generosi bonifici ai suoi hotel. La Commissione sostiene ora di aver raccolto abbastanza prove perché il Dipartimento di Giustizia apra una inchiesta criminale, che non avrebbe precedenti, nei confronti dell'ex Presidente il quale, ovviamente, continua a denunciare una caccia alle streghe. A tremare stavolta potrebbe però essere lui.























