Il profilo del suo presunto aggressore arriva mentre Salman Rushdie è ancora in sala operatoria. Sarebbe Hadi Matar, 24enne del New Jersey, ad aver tentato di uccidere lo scrittore anglo-indiano, che da oltre 30 anni, a causa delle sue opere, vive sotto la minaccia di morte da parte dell'Iran. Secondo quanto riferito dal suo agente, Rushdie ha riportato gravi danni al fegato e a un braccio e rischia la perdita di un occhio. L'autore di I Versi Satanici, libro considerato blasfemo da una parte del mondo islamico, è stato colpito nel mezzo di una conferenza alla Chautauqua Institution, nello Stato di New York, dove era stato invitato proprio per tenere un discorso sulla libertà di espressione. Sono le immagini e le testimonianze di chi c'era, a raccontare i pochi secondi in cui tutto è avvenuto: il saggista 75enne è da poco sul palco, un uomo in seguito identificato in Matar, si alza dalla platea e lo raggiunge, sferrandogli dei colpi al collo e all'addome. L'arma usata, come poi confermato dalla Polizia dello Stato di New York, è un coltello. Sale il panico, un medico tra il pubblico si precipita a soccorrere Rushdie gravemente ferito, in attesa dell'elicottero che poi lo trasporta in ospedale. Il portavoce delle Forze dell'Ordine, sottolinea che al momento non ci sono indicazioni sul movente dell'aggressione, l'FBI è coinvolta nelle indagini. Nel 1989, anno successivo alla pubblicazione di I Versi Satanici, l'allora ayatollah Khomeyni, guida suprema dell'Iran, pronunciò contro Rushdie una fatwa, un editto religioso, con il quale chiese ai musulmani di uccidere lo scrittore. Dopo tre decenni, sulla sua testa, c'è ancora una taglia da oltre 3 milioni di dollari.























