"Questo ritiro da Kabul non solo è stata l'opzione migliore per gli Stati Uniti ma l'unica coerente con gli interessi del popolo americano". Parole pronunciate con forza da John Biden, eppure, all'indomani della sua lunga autodifesa sul confuso ritiro dall'Afghanistan, negli Stati Uniti imperversano le critiche. La stampa ci va giù dura con il Presidente. "Egregiamente mal gestito", il titolo lapidario del Financial Times, ma in linea con le opposizioni liberiste del quotidiano. Il vero polso su quanto abbiamo deluso le mosse di Biden sull'Afghanistan, lo misura la reazione di politici e opinionisti democratici. "Non c'era bisogno di arrivare a questo punto", ha commentato Il deputato Jason Crow, leader dei democratici alla Camera e veterano dell'Afghanistan. Crow evidenza i ritardi di un'evacuazione che poteva cominciare mesi fa. Un piano difeso invece a spada tratta da Biden, in ben 25 minuti di discorso serrato, che per i senatori dell'asinello resta comunque costellato di numerosi passi falsi e fallimenti, di cui dicono deve rispondere il comandante in campo, ovvero il Presidente Biden. Aspre critiche anche soprattutto per aver lasciato indietro 100-200 cittadini americani in zona di guerra, per non parlare del dolore e della rabbia per la morte dei giovani marines, vittime dell'attentato all'aeroporto di Kabul. Molto duro anche l'editoriale del Wall Street Journal, che ha accusato Biden di aver presentato una descrizione disonesta di quanto accaduto in Afghanistan. "Un'autodifesa accusatoria che ha vanificato i sacrifici compiuti in quel conflitto". Critiche a pioggia, dunque, per un piano ereditato dal precedente inquilino della Casa Bianca ma che poteva essere rinegoziato, sostengono da più parti. "Eppure", ricorda Biden, "è stato posto fine al più lungo conflitto nella storia americana e completata una delle più grandi evacuazioni aeree, con oltre 120 mila persone portate al sicuro". Un numero più che raddoppiato rispetto alle previsioni della vigilia.