Cresce l'allarme in Medio Oriente e i timori di un conflitto che potrebbe allargarsi a tutta l'area. Il dipartimento di Stato americano ha dato ordine a tutto il personale non necessario nelle ambasciate di Iraq, Kuwait e Bahrein, di rientrare al più presto in patria. Anche il Pentagono ha invitato i familiari dei militari impegnati nelle missioni di Medio Oriente di ritornare negli Stati Uniti. Alla base dell'allarme, confermato da diversi media americani, tra cui New York Times e CBS News, informative americane ed europee, secondo cui Israele sarebbe pronto a lanciare un'operazione contro l'Iran, il quale a sua volta ha piani pronti per un'immediata risposta a con missili balistici, come già accaduto nell'ottobre del 2024, su obiettivi americani, come comunicato dal Ministro degli Esteri di Teheran. L'accelerazione del Governo di Netanyahu avviene mentre gli Stati Uniti e l'Iran, confermano il prossimo round negoziale sul nucleare iraniano domenica in Oman, e nello stesso giorno in cui l'AIEA, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, con una votazione storica del Consiglio dei Governatori, approva una risoluzione che dichiara formalmente l'Iran in violazione dei suoi obblighi di non proliferazione. L'AIEA ritiene che le numerose mancanze dell'Iran nel rispettare i suoi obblighi dal 2019, tra cui fornire all'agenzia una cooperazione piena e tempestiva in merito al materiale nucleare, siano una violazione dei suoi obblighi ai sensi dell'accordo di salvaguardia dell'agenzia atomica che siano la prova di uno sviluppo nucleare a fini militari. Fatti che messi uno accanto all'altro spingono il dipartimento americano a riclassificare tutta l'area del Medio Oriente e a richiamare quanti non necessari in patria. .