Aiuti umanitari In cambio di un corridoio sicuro, per far uscire dall'Afghanistan americani e alleati rimasti nel paese. Il primo incontro tra rappresentanti del governo degli Stati Uniti e di quello talebano, dopo il caotico ritiro delle truppe di fine agosto, avviene nel territorio neutro di Doha, in Qatar. "Un incontro candido e professionale", dice il Dipartimento di Stato americano."Andato molto bene", secondo il portavoce talebano, nel quale ciascuna delle due parti ha messo sul tavolo richieste e offerte. Washington ha bisogno di portare a casa gli ultimi cittadini statunitensi che non è riuscita ancora ad evacuare. Fonti non ufficiali dicono siano un centinaio. I nuovi padroni di Kabul hanno bisogno di soldi, per sfamare la popolazione del paese che vogliono governare. Gli americani offrono aiuti umanitari, i talebani promettono che terranno a bada i gruppi di terroristi islamici che hanno in casa. Non è affatto, precisano qui, il primo passo per riconoscere ufficialmente come legittimo il governo degli studenti coranici, che saranno invece giudicati sulla base dei fatti e non delle promesse. Così come del resto i talebani hanno escluso qualunque cooperazione con Washington nel contenimento dello Stato islamico, che anche essi considerano un nemico e un pericolo per la loro stessa stabilità. Per i dettagli degli accordi è ancora presto. Solo quest'anno gli Stati Uniti hanno stanziato, attraverso le agenzie ONU e le organizzazioni non governative, quasi 330 milioni di dollari per provvedere al cibo, alle medicine e alle altre necessità di base di oltre 18 milioni di afghani in difficoltà.