Sono 31.400 miliardi e spiccioli, 246.000 dollari per ogni contribuente, oltre 90.000 a testa se consideriamo anche i bambini. Puntuali come ogni inverno gli Stati Uniti hanno raggiunto il limite di spesa fissato per legge dal Congresso, da oggi quindi o tagliano le spese o tecnicamente sono sulla strada del fallimento. Si tratta naturalmente di uno scenario teorico eppure reale anche se succede ogni anno. Il limite del debito pubblico in America è stabilito dal Parlamento, se spese impreviste lo fanno sforare, il Congresso deve accordarsi per alzarlo e qui casca l'asino. In un'assemblea fortemente divisa la negoziazione politica può durare settimane. I democratici al Governo dovranno fare concessioni ai repubblicani che sono in maggioranza alla Camera e chiedono in cambio profondi tagli alla spesa pubblica. Entrambi però possono biasimare se stessi. Negli ultimi vent'anni quando erano alla Casa Bianca i conservatori hanno approvato allegri tagli di tasse non sempre produttivi e i progressisti aumenti di spesa non sempre coperti. Che succede quindi se democratici e repubblicani non si mettono d'accordo? Il segretario al tesoro Janet Yellen ha annunciato l'entrata in vigore di misure straordinarie per onorare gli impegni di pagamento, pensioni, programmi di sanità pubblica, Forze Armate, stipendi dei dipendenti federali. Servono a prendere tempo sostanzialmente spostando le spese dai capitoli meno urgenti a quelli indifferibili e sospendendo i nuovi investimenti. Le spese fino a giugno sono pagate poi sarebbe il cataclisma, milioni di persone licenziate, gli Stati Uniti non riuscirebbero a pagare gli interessi sui propri titoli di stato, subirebbero un declassamento del credito, terremoto sui mercati finanziari mondiali. Sarebbe la prima volta, ipotetico ma reale.