Se non è l’ultimo passo, è il penultimo. Bomba atomica a parte, infatti, l’arma più potente contenuta nell’arsenale americano è proprio la micidiale GBU-43. La chiamano MOAB, acronimo di Mother of All Bombs (madre di tutte le bombe). Pesa quasi 10 tonnellate e ha una potenza distruttiva paragonabile a quella di circa 11 tonnellate di tritolo. Le immagini che vedete risalgono al 2003 e sono state girate nel corso di un test in Florida, il primo eseguito con questo tipo di bomba o, perlomeno, il primo di cui si ha notizia. Una piccola bomba nucleare, così alcuni esperti, semplificando, definiscono la GBU-43. La madre di tutte le bombe è a disposizione del Pentagono dal 2008, ma non era mai stata usata. Fino ad oggi. Un’operazione diretta contro l’ISIS, quindi, ma che suona come un avvertimento nei confronti della Nord Corea. La MOAB, infatti, è stata realizzata con l’obiettivo di colpire installazioni e bunker ben fortificati, strutture molto simili a quelle frequenti nella geografia militare della Corea del Nord. Guerra tradizionale contro postazioni jihadiste e guerra psicologica contro Pyongyang. Il blitz ordinato da Trump, probabilmente, aveva un duplice obiettivo e, almeno secondo il Presidente, è stato un successo.