Dopo la riforma delle tasse, Donald Trump arriverà al suo primo Natale alla Casa Bianca con un altro successo in tasca. La Corte Suprema ha, infatti, deciso a suo favore reintegrando il cosiddetto bando contro immigrati da sei paesi a maggioranza musulmana. Tranne rare eccezioni per i ricongiungimenti familiari o scopi di studio, porte chiuse, dunque, per chi proviene da Ciad, Iran, Libia, Siria, Somalia e Yemen. In questa terza versione del bando, messa a punto proprio per evitare diatribe giuridiche, vengono poi alzate barriere anche per i cittadini della Corea del Nord e in alcuni casi del Venezuela, mentre gli iracheni dovranno passare controlli più stringenti prima di poter avere un visto. Inoltre, a differenza dei provvedimenti precedenti di questo tipo, tali limitazioni non hanno una precisa durata, ma sono potenzialmente senza scadenza. Sette dei nove giudici della Corte Suprema hanno, dunque, considerato infondati i dubbi sollevati anche in alcuni tribunali del paese che vedevano in questa misura un’impronta razzista nei confronti della comunità musulmana, che avevano dunque bloccato il provvedimento e che restano, in alcuni casi, ancora in attesa di una decisione di merito sulle loro perplessità. Si è, invece, preferito intanto, di fatto, ascoltare le preoccupazioni sul fronte della sicurezza, sin da subito messa in evidenza dallo stesso Donald Trump, decidendo per un’entrata in vigore immediata del provvedimento.