Contro il virus, gli Stati Uniti hanno allestito una efficace campagna vaccinale. Contro l'epidemia delle armi da fuoco, come la chiama la Casa Bianca, invece ancora no. Succede così spesso, che è sempre meno una notizia. Le sparatorie di massa, con quattro o più persone coinvolte, sono all'ordine del giorno: l'ultima appunto ieri. 6:34 del mattino, San Josè, cuore della Silicon Valley californiana, uno dei posti più ricco d'America. Un uomo armato, entra nel complesso della manutenzione dell'azienda del trasporto pubblico locale, dove lavora, durante una riunione sindacale e fa una strage. Risparmia, a quanto pare, solo le donne, ma uccide otto colleghi, prima di togliersi a sua volta la vita. La Polizia, che ha un dipartimento lì davanti, arriva subito, ma non abbastanza. Trova, all'interno dell'edificio, almeno un dispositivo esplosivo, poi scopre che la casa omicida , Sam Cassidy, 57 anni, è stata data alle fiamme, probabilmente da lui stesso, per cancellare le prove di ciò che stava per fare. Neanche arrivati alla metà dell'anno, sono già 7500 i morti per armi da fuoco negli Stati Uniti. Un aumento del 23% rispetto al 2020. E questa di San Josè, è una delle strade più gravi dopo quella di Boulder, Colorado, dove a marzo furono uccise dieci persone e di Indianapolis a metà aprile, con nove morti.