Si chiama Clean Power Plan l’ultimo bersaglio di Trump. Un bersaglio che, neanche a dirlo, porta dritto-dritto a Barack Obama e alla sua visione ambientalista del mondo. Dopo la riforma del sistema sanitario, la tutela alle discriminazioni di genere e razza, la riforma della finanza, Donald Trump smantella un nuovo tassello dell’eredità, non solo politica, del suo predecessore. Era marzo quando, in una serata dai toni vintage, davanti ad una delegazione di minatori di carbone, Trump annunciò il provvedimento con cui ricominciare – disse – ad essere vincenti con petrolio e gas. Via ogni restrizione alle emissioni di CO2, via ogni limite alle trivellazioni, in nome – spiegò allora – dell’autosufficienza energetica. Un’autosufficienza invocata a gran voce anche davanti ai leader mondiali riuniti a Taormina in occasione del G7 e barattata per un accordo – quello di Parigi – stracciato anch’esso dal Presidente americano. Stracciato come le forme di tutela della comunità LSGB, come la contraccezione femminile fornita gratuitamente alle donne, contenuta nell’Obamacare, come la legge Dodd-Frank, varata da Obama per scongiurare collassi figli di abusi finanziari. Per Donald Trump, l’America, la stessa America degli scandali Made of West Fargo, Enron e WorldCom (per citarne solo alcuni), non ne avrebbe bisogno. Nell’attesa di vedere, dunque, quale sarà il prossimo bersaglio da abbattere, il tema su una possibile riforma della legge che regola il possesso di armi nel Paese continua ad essere rimandato e cancellato dalla lista delle priorità.