Sul diritto all’aborto se la vedranno i singoli Stati. E’ questa, in sintesi, la politica del candidato repubblicano alla Casa Bianca su uno dei temi più delicati oggi in America. Dopo aver rivendicato l’abolizione della protezione federale all’interruzione di gravidanza, decisa due anni fa dalla Corte Suprema da lui nominata, Donald Trump se ne lava le mani. L’ex presidente esce così allo scoperto per la prima volta, dopo mesi di ambiguità, e in un video sul suo social media personale rimanda alle singole autorità statali di legiferare in materia. L’opinione degli americani in favore dell’aborto infatti è troppo netta per cavalcare, in vista delle elezioni di Novembre, misure ultraconservatrici, che alienerebbero i voti dei repubblicani moderati e delle donne soprattutto in quei sei o sette Stati in bilico tra democratici e repubblicani. Su questo, per contro, fa campagna il presidente Biden, che se rieletto promette di restaurare la sentenza del 1973 con la quale fu istituito il diritto riproduttivo. L’intervento dei Supremi Giudici in realtà ha già di fatto demandato agli Stati la facoltà di decidere in materia, ma il risultato è una caotica situazione di disparità tra quelli progressisti e quelli conservatori, i quali hanno istituito misure restrittive dell’aborto agendo sulle settimane di gestazione. Misure che il governo federale sta cercando di aggirare garantendo l’accesso ai farmaci abortivi.