“Abbiamo un accordo di principio su tutti gli elementi della riforma del fondo salva-Stati, ma c'è ancora da lavorare su alcune clausole”, annuncia il Presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno al termine di una lunga e difficile maratona negoziale. Il nodo Mes viene dunque rinviato alla riunione di gennaio, con l'obiettivo di arrivare al via libera definitivo entro il primo trimestre 2020. Sminato, dunque, il Consiglio europeo della prossima settimana a cui parteciperà il premier Conte. Soddisfatto il ministro Gualtieri, che ora punta a un'ampia maggioranza in Parlamento per una risoluzione in chiave europeista. Occorreva da un lato tenere conto delle prerogative del Parlamento italiano, sostenere e difendere gli interessi nazionali su vari temi oggetto del negoziato e allo stesso tempo occorreva farlo evitando l'isolamento del Paese. Si allungano invece i tempi dell'unione bancaria e della garanzia europea per i depositi, l'altra riforma che l'Italia vorrebbe approvare insieme al Mes nella logica di pacchetto. Per Gualtieri è comunque una buona notizia che sul tema non abbia fatto passi avanti la proposta tedesca, considerata penalizzante per le nostre banche. Dura invece la polemica con il leghista Claudio Borghi, secondo cui non deve essere un tabù discutere di uscita dall'euro. È noto che Borghi e la Lega sono per l'uscita dall'euro e quindi si confermano nemici degli interessi dell'Italia, della tutela del risparmio degli italiani. A distanza arriva però la puntualizzazione di Salvini. “La Lega – dice – non vuole uscire dalla moneta unica, ma solo fermare un Governo pericoloso per il Paese”.