È il 2 dicembre scorso quando ministro speranza presenta al Parlamento il piano vaccini Italia, logistica, stoccaggio, identificazione delle categorie da vaccinare per prime, un cronoprogramma dettagliato che ruota attorno a un numero cruciale, 202 milioni di dosi disponibili entro la metà del 2022, e cioè la somma delle dosi, divise per trimestre, che ciascuna delle 6 aziende produttrici si impegna a fornire all'Italia in 18 mesi, nel primo trimestre 2021 l'Italia potrà contare su 28 milioni di dosi utili a vaccinare 14 milioni di italiani, sulla base di queste forniture il Ministero stila il calendario delle vaccinazioni, a partire dalle categorie prioritarie, operatori sanitari, ospiti, personale delle Rsa, anziani over 80, totale quasi 6 milioni e mezzo di italiani che, con il richiamo, necessitano di 13 milioni di dosi. La campagna vaccinale parte spedita, ma dopo poche settimane arriva la prima doccia fredda, AstraZeneca comunica che taglierà drasticamente la sua fornitura nel primo trimestre del 2021, passando da 16 milioni di dosi 8 milioni. Dunque l'Italia è costretta a rivedere le forniture del primo trimestre che da 28 passono 20 milioni, come se non bastasse anche Pfizer inizia ad avere ritardi nella distribuzione, il risultato è che le somministrazioni subiscono una brusca frenata, l'inizio delle vaccinazioni degli over 80 slitta di settimane ed ora si naviga a vista, di questa tabella ufficiale con le forniture previste nel primo trimestre 2021 nulla o quasi sarà rispettato, i 16 milioni di AstraZeneca passati poi ad 8 adesso sono diventati addirittura 3,4 milioni, degli 8 milioni di Pfizer forse ne arriveranno 6, i 2 milioni della tedesca CureVac non saranno in commercio prima di giugno, resta confermato il modesto quantitativo di Moderna, totale quasi 11 milioni di dosi che non bastano a immunizzare entro marzo nemmeno le categorie prioritarie previste. La campagna di vaccinazione, dunque, dovrà essere necessariamente rivista, di questo passo la tanto agognata immunità di gregge può attendere.