Da un lato c'è il Presidente russo Vladimir Putin che esulta. Siamo stati i primi a dare il via libera ad un vaccino contro il Covid, ha annunciato. Dall'altro però c'è tutta la comunità scientifica internazionale, che non gli crede. Secondo gli scienziati di tutto il mondo è impossibile escludere effetti collaterali di questo vaccino, battezzato Sputnik dai russi, con il nome del primo satellite artificiale che i sovietici mandarono in orbita nel 1957. I test effettuati finora in Russia sono stati giudicati completamente insufficienti dai medici e l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiarito che al momento non c'è alcuna approvazione. L'Istituto Gamaleya di Mosca, che produce il vaccino, ha dichiarato di aver completato la fase due il 3 agosto. Secondo la rivista Science, la fase successiva, ovvero la numero tre, partirebbe proprio oggi su un numero molto vasto di volontari. Si parla di 2 mila persone tra Russia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Brasile e Messico. Per Putin il vaccino funziona e a dimostrazione di ciò ha anche dichiarato che una delle sue figlie si è sottoposta volontariamente al test e che dopo una leggera febbre adesso sta bene. Di chi si tratta? Probabilmente potrebbe essere la maggiore delle ragazze, quella che si è laureata in medicina e che si è specializzata in endocrinologia. Tante le richieste ricevute finora secondo Mosca; oltre 20 paesi si sarebbero prenotati per l'acquisto di oltre un miliardo di dosi di vaccino. Tra questi dovrebbero esserci gli Emirati, l'Arabia Saudita, l'Indonesia, le Filippine, il Messico, l'India e anche il Brasile sarebbe interessato. Il piano, se tutto va bene, è quello di produrre entro la fine del 2020 ben 30 milioni di dosi per la Russia e oltre 200 milioni per gli altri paesi.