Anche Israele deve fare i conti con la variante Delta. Sono più di 500 i nuovi casi nel paese che è stato tra i primi a ottenere una forte immunizzazione grazie a una campagna vaccinale massiva. Si tratta del dato più alto da marzo. Israele ha vaccinato con la seconda dose, usando esclusivamente Pfizer Biontech e Moderna, il 60% dei suoi 8 milioni di abitanti. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, relativi al mese di giugno, il vaccino Pfizer continua a prevenire ricoveri in ospedale e casi gravi ma è meno efficace contro la diffusione della variante Delta. L'efficacia è scesa a 64%, il 30% in meno rispetto a maggio, quando l'efficacia era superiore al 94%. Intanto, in Europa, si procede spediti nelle vaccinazioni, proprio per contrastare il più possibile la mutazione del virus. Ma la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, mette in guardia: "Troppe dosi non vengono utilizzate e rimangono nei frigoriferi. E questo significa che noi dobbiamo chiaramente aumentare gli sforzi per convincere gli europei a farsi vaccinare. La vaccinazione significa protezione. La vaccinazione significa anche la libertà". Diverso opposto scenario in Russia. Paradosso vuole che il paese produttore del vaccino Sputnik, non riesca a vaccinare la sua popolazione. Inizialmente usato come arma di egemonia, lo Sputnik è stato più esportato che inoculato ai russi. Inoltre, loro stessi non si vaccinano perché non si fidano. A questo scetticismo si è aggiunta la propaganda governativa che, trionfalmente, ha diffuso l'idea che il virus fosse stato debellato. Ma in realtà i contagi e le vittimi in Russia sono sempre stati molto alti. Ora si è arrivati a oltre 23 mila casi, a più di 700 decessi. La situazione sfugge di mano. I russi totalmente immunizzati sono il 12% e solo il 17% ha ricevuto la prima dose. Invertire la rotta non sarà facile e lo stesso Putin, che non c'ha mai messo la faccia, pochi giorni fa ha ricordato pubblicamente di essersi vaccinato, per spronare i russi a fare altrettanto.