A causa della pandemia il Vaticano fa la sua prima conferenza stampa trasmessa solo via streaming. È guidata dal cardinale Michael Czerny della Sessione migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e i giornalisti delle testate internazionali fanno domande a distanza. Occasione: la pubblicazione da parte del Vaticano di un documento su un tema drammatico, ma sottovalutato dalla comunità internazionale, che quasi non ha normative a riguardo quello degli sfollati interni. Sono ben 50 milioni nel mondo, spiega il Cardinale, le persone obbligate a lasciare la propria casa, per spostarsi in altra parte della nazione migranti forzati, spesso per conseguenza di un conflitto armato, situazioni di violenza generalizzata, di violazione dei diritti umani, di disastri naturali o provocati dall'uomo, ma se non valicano la frontiera, nonostante vivano in condizioni precarie, non possono godere dello status di rifugiato e della protezione internazionale. Padre Fabio Baggio, Sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero, chiede che la pandemia non faccia dimenticare gli altri problemi che ci sono nel mondo. Questa crisi Covid-19 che è entrata ha sicuramente il vantaggio di averci dato un maggiore tempo di riflessione su tante questioni che sono attinenti alle grandi questioni dell'umanità, ma rischiano… hanno rischiato, hanno rischiato queste questioni legate esattamente a termini di salute o di sicurezza di oscurare le questioni che invece sono sempre presenti, e tra queste la questione… le questioni legate ad alcune categorie immigratorie. Oggi parliamo degli sfollati interni, che sicuramente non possono essere dimenticati e messi da parte perché c'è un'altra urgenza. La Chiesa concretamente fa moltissimo per gli sfollati interni nei vari paesi, ma occorre che se ne facciano carico anche le istituzioni internazionali. Ancora più in questo periodo di pandemia, nel quale il virus non distingue tra le persone importanti e i cosiddetti “invisibili” ma questi ultimi hanno però molte meno possibilità di difendersi.