È capitato a centinaia di migliaia di persone in questi mesi di pandemia di vedersi cancellato un volo e di ottenere in cambio un buono da utilizzare con la stessa compagnia, ma senza la possibilità di richiedere indietro i soldi spesi. Una facoltà concessa dal “Decreto cura Italia” che andava incontro alle difficoltà finanziarie dei vettori, ritrovatisi all'improvviso senza più flussi di cassa da nuove prenotazioni e dunque a rischio fallimento, se avessero dovuto rimborsare in contanti tutti i voli cancellati. Normativa che però è finita nel mirino della Commissione Europea, che ha aperto una procedura di infrazione contro Italia e Grecia, perché, avverte Bruxelles, i diritti dei passeggeri restano validi anche durante l'emergenza e le misure nazionali non possono ridimensionarli. Il viaggiatore, dunque, deve sempre avere la possibilità di scegliere tra il rimborso in denaro o in altre forme. Il voucher, insomma, non è di per sé illegale, purché, raccomanda la Commissione, sia espressamente accettato e sia comunque convertibile in cash alla scadenza, se ancora inutilizzato. Una seconda procedura è stata aperta contro 10 paesi, tra cui il nostro, riguardo le norme sui viaggi tutto compreso che in caso di annullamento consentono agli organizzatori di emettere buoni o di posticipare il rimborso oltre le due settimane finora consentite. L'Italia ha ora due mesi di tempo per adeguarsi, oppure presentare una memoria difensiva. Ma se la Commissione non sarà soddisfatta, Allora, la procedura andrà avanti e potrebbe portare anche a pesanti sanzioni.