E' la leader dei los nadies y las nadies quei nessuno le cui vite, nelle parole dello scrittore Eduardo Galeano costano meno del proiettile che l'uccide, vittime nei secoli di disuguaglianze di etnie, di genere, di classe. Francia Márquez, 40 anni, prima Vicepresidente afrocolombiana nella storia del paese, guarda agli ultimi, a loro parla e loro rappresenta. La vice del primo presidente di sinistra eletto nel paese è la seconda donna di colore in tutta l'America Latina a ricoprire questo ruolo. Prima di lei solo l'ex Vicepresidente del Costa Rica Campbell Barr. Minatrice, collaboratrice domestica, attivista per l'ambiente e i diritti umani, avvocatessa e politica è nata il primo dicembre 1982 nel villaggio di Yolombó, nel dipartimento colombiano di Cauca ed è lì che è iniziato il suo impegno civile. A 15 anni la prima protesta contro l'estrazione mineraria illegale nel Cauca la porta ad abbandonare la sua terra d'origine per le minacce ricevute. Due volte madre prima dei vent'anni, i suoi figli oggi studiano all'estero. La sua è una vita dedicata alla lotta per i diritti di tutti e soprattutto di quelli cui nessuno pensa, una lotta che nel 2018 le fa vincere il premio Nobel per l'ambiente e appena l'anno dopo sfugge ad un attentato. Il suo motto è "sono perché siamo" e alle primarie del 14 marzo è la vera rivelazione, seconda dietro Petro, terza più votata in assoluto. A chi la rimprovera di non avere esperienza politica replica con la difesa dei territori e la protezione dell'ambiente. A chi l'accusa di maltrattare la lingua spagnola ricorda che il mondo è a colori e raccomanda di usare le parole in modo preciso. Non dice poveri ma impoveriti. Dalla lotta al razzismo, al patriarcato e alla corruzione, alla legalizzazione delle droghe a una maggiore attenzione alle regioni abbandonate del paese, la sua è stata una campagna elettorale per l'inclusione. Dal 7 agosto sarà la Vicepresidente del paese per i prossimi quattro anni.
