La questione non è se, ma quando. L'eruzione del vulcano Fagradalsfjall è imminente e sarà potentissima. Gli esperti ne sono certi; il magma si sta muovendo ormai molto in superficie, la più a rischio è l'area di Grindavik un villaggio di pescatori con circa 3mila e 500 abitanti evacuato nei giorni scorsi. Una città fantasma con strade e palazzi lesionati da centinaia di piccoli terremoti che si sono sprigionati nelle ultime due settimane. Ma, ha sottolineato il Primo Ministro Islandese, nessun paese è meglio preparato ai disastri naturali del nostro. Mentre le strade di Grindavik continuano ad aprirsi, a fratturarsi in più punti, le autorità islandesi hanno ordinato la costruzione di difese attorno alla centrale elettrica di Svartsengi per proteggerla da eventuali colate di lava. Contestualmente i quasi 4 mila evacuati sono stati avvertiti che potrebbero non far ritorno alle loro case anche per mesi. La priorità del Governo, ha assicurato la premier è accoglierli e garantire loro un salario ed un alloggio adeguato per tutto il periodo che sarà necessario. Per 8 secoli la penisola di Reykjanes è stata risparmiata dalle eruzioni, poi la pace si è interrotta nel marzo 2021, nell'agosto 2022 e nel luglio 2023. Adesso, di nuovo tutti col fiato sospeso.