Questa è Grindavík, la città minacciata dal vulcano islandese. Qui le persone, da novembre, sono state evacuate due volte, sono tutti preoccupati e sconfortati. Siamo a neanche 30 km da Reykjavík la lava lambisce le case, questo paese di 4 mila anime che vivono di pesca è sotto la lente. Le autorità hanno dichiarato lo stato d'emergenza e ai pochi abitanti tornati dopo l'eruzione e l'evacuazione di dicembre è stato intimato di sgomberare di nuovo. "Nessun abitante è in pericolo di vita per l'eruzione" ha dichiarato in un discorso alla nazione il Presidente Jóhannesson ma le proprietà sono minacciate. Una fessura si è aperta infatti su entrambi i lati dell'argine anti-lava che è stato creato provocando questo: un fiume incandescente di lava. Tutto questo accade solo tre settimane dopo la fine della precedente eruzione. Interamente costituita da roccia vulcanica depositata in milioni di anni di eruzione che l'hanno fatta emergere dall'Oceano, l'Islanda ha 33 sistemi vulcanici, il numero più grande in Europa. Solo nel 2010 uno di questi ha paralizzato il traffico aereo mondiale per una settimana, con oltre 95 mila voli cancellati. Fino a un mese fa nessuna minaccia per i centri abitati, ma lo scorso dicembre l'ufficio metereologico arriva ad una difficile conclusione: sotto l'abitato si è formato un tunnel, un canale magmatico, un vulcano insomma sotto i piedi degli abitanti, imprevedibile e pericoloso.