Breve e conciso, il comunicato del Dipartimento di Stato americano è tuttavia molto esplicito nei suoi obiettivi. Primo, chiarire che l'attacco israeliano contro l'Iran, è avvenuto senza il coinvolgimento americano. Secondo, affermare con forza che Washington è pronta a fare tutto il necessario per difendere i propri interessi nella zona e dunque mettere in guardia Teheran rispetto all'opportunità di colpire obiettivi americani. Secondo Rubio, lo Stato ebraico, avvertito gli Stati Uniti prima di colpire e sostenendo la necessità di difendersi preventivamente. Non è chiaro con quanto anticipo Washington sia stata avvisata né quanti dettagli abbia ricevuto. Il Presidente Trump che ha parlato con il premier israeliano lunedì poco dopo i raid, ha rivelato a Fox News di essere stato informato in anticipo dei piani d'attacco. L'Iran non può avere l'atomica, ha ribadito Trump, sperando che si possa tornare al tavolo dei negoziati. L'inviato americano Whitcoff in effetti intende presentarsi in Oman domenica, come previsto per riprendere le trattative. I delegati iraniani però potrebbero disertare l'appuntamento. Le rassicurazioni sul mancato coinvolgimento americano non possono bastare a Teheran, almeno a livello retorico. Secondo l'Iran, l'attacco deve essere avvenuto con l'autorizzazione e il coordinamento di Washington. Nei giorni scorsi il Ministro della Difesa iraniano non aveva escluso di colpire gli interessi americani. nell'area nel caso i colloqui sul nucleare fossero falliti. Gli Stati Uniti mettono in sicurezza il personale diplomatico in Medio Oriente, ma continuano a puntare sulla diplomazia. Nelle scorse settimane Trump aveva sconsigliato al premier israeliano di attaccare, ma adesso incredibilmente convincere Teheran a rinunciare alla bomba sembra più facile che convincere Netanyahu a seguire i consigli della Casa Bianca. .