Rattristato e indignato: così la Casa Bianca descrive Donald Trump, colpito da quello che ha definito "un orribile atto di antisemitismo". I due funzionari dell'ambasciata israeliana assassinati a Washington, 28 anni lui, 26 lei, erano in procinto di sposarsi. Sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco davanti al museo ebraico, dopo un evento riservato ai giovani diplomatici. Con loro altre due ragazze, illese. La zona è stata immediatamente messa in sicurezza. La possibilità di ulteriori attentati è stata subito scongiurata. Il responsabile Elias Rodriguez si è sostanzialmente consegnato alla polizia alcuni minuti dopo la sparatoria, dopo aver finto per un po' di essere un testimone. "L'ho fatto per Gaza" ha detto urlando "Palestina libera". Un atto di violenza brutale e ingiustificabile, dunque, seppur circoscritto. Le sue conseguenze potrebbero essere dirompenti, alimentando le polemiche sulla natura e la legittimità delle tante proteste pro Gaza e contro il governo israeliano organizzate in America negli ultimi mesi e negli ultimi anni. L'FBI sta analizzando un manifesto pro Palestina postato sui social e forse scritto dal killer, ora accusato di omicidio di primo grado. I federali hanno perquisito la casa del trentunenne ad Albany Park, quartiere di Chicago etnicamente molto eterogeneo. Nell'appartamento alcuni poster inneggianti alla causa palestinese. Rodriguez non aveva precedenti ed era vicino a organizzazioni di sinistra. "Ha agito da solo" ha detto l'attorney general Pam Bondi, che ha garantito contro di lui il massimo rigore consentito dalla legge. In tutte le principali città americane intanto il livello di sicurezza è stato innalzato nei luoghi più sensibili. .