Ci avete dato qualche preoccupazione ma il mio cuore è sempre stato accanto al vostro e ora sono felice di celebrare la vostra nuova resurrezione, prima dall'umiliazione della colonizzazione ora dal disordine e dal caos. Il principio di un Paese e due sistemi funziona e va mantenuto ma per la sua applicazione occorre il riconoscimento della sovranità di Pechino. Sa scegliere le parole il presidente cinese Xi Jinping giunto a Hong Kong ieri nella sua prima uscita ufficiale dalla Cina continentale dall'inizio della pandemia per celebrare, in una città oramai normalizzata con centinaia di oppositori in carcere la soppressione di fatto della libertà di stampa, il 25esimo anniversario dello Handover, il ritorno alla sovranità cinese. Xi Jinping accompagnato dalla sempre più presente e popolare consorte Peng Liyuan ha parlato oggi per circa 20 minuti rivendicando e difendendo il ruolo di Pechino della gestione dell'ex colonia inglese, fulgido esempio di come possa funzionare un sistema diverso ma allo stesso tempo ordinato e rispettoso dei principi generali che ispirano la madrepatria. Accanto a lui il nuovo Governatore John Lee, suo fedelissimo, ex capo della Polizia durante gli scontri che il Presidente cinese ha costantemente chiamato solo con il suo nome cinese Ka-chiu e che ha pronunciato il suo discorso in mandarino anziché, come tradizione, in cantonese ed in inglese che è ancora una delle lingue ufficiali dell'Isola. Xi Jinping ha ripetutamente difeso la nuova legge sulla sicurezza nazionale che ha definito la vera garanzia per il mantenimento dello status speciale, nessun Paese affiderebbe il Governo di una sua provincia a dei traditori, a governare Hong Kong debbono essere dei patrioti.