La chiamavano "L'Angelo dei Combattenti". In Ucraina la conoscevano tutti e ora la sua vita è diventata parte della storia di questa guerra, simbolo di resistenza e coraggio. Yana Rykhlitska, volontaria paramedica di 29 anni, ha trovato la morte a Bakhmut, quando la sua auto di soccorso che trasportava feriti via dal fronte, è stata centrata dai colpi di mortaio della Brigata Wagner. Una bandiera di questo 8 marzo, ricordato anche dal Ministero della Difesa, per omaggiare il coraggio e il sacrificio di tante donne nella difesa della Patria. Un'altra vittima della carneficina di Bakhmut, dove la difesa è strenue. Gli ucraini si riposizionano sul versante Ovest della città, dai 12 a 20mila uomini secondo le stime dei mercenari russi della Wagner, che proclamano la conquista della metà orientale. "L'intero fronte ucraino è vicino al collasso" proclama il comandante della Wagner. Le evacuazioni forzate dei minori accompagnati da un adulto, almeno, ordinate da Kiev, sono certamente un segnale, ma Kiev non vuole mollare, anche se non esclude la disfatta. Se per la NATO l'eventuale perdita della città non rappresenta un punto di svolta nella guerra, per Kiev, per Zelensky, per lo Stato Maggiore della Difesa ucraina la caduta di Bakhmut aprirebbe la strada hai russi per una facile conquista di altri centri nell'Oblast del Donetsk. Tra le prime nella lista a trovarsi esposte all'avanzata sono: Kramatorsk e Sloviansk. La battaglia per gli ucraini, dunque, non può finire. Bakhmut, la più sanguinosa e dispendiosa battaglia è simbolo della guerra.