"Per favore prendete delle misure. Dovete andare più veloce della Russia. La mobilitazione di questa guerra deve essere più veloce, la mobilitazione militare nostra deve essere più veloce di quella del nemico. L'Ucraina deve ottenere sistemi di difesa più velocemente". L'appello arriva forte e chiaro, abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno subito. Volodymyr Zelensky parla in collegamento al World Economic Forum di Davos, chiede di osservare un minuto di silenzio per le vittime dell'elicottero caduto a Kiev e richiama i potenti della terra a fare in fretta. Non esplicita la richiesta, ma è chiaro che il presidente ucraino chieda un salto di qualità nelle forniture, soprattutto carri armati e jet. Altrettanto chiaro che il principale destinatario del messaggio sia quell'Olaf Scholz che lo ha preceduto sul palco. Ma il cancelliere tedesco ancora non si sbottona. La Germania continuerà a sostenere l'Ucraina e a fornire armi insieme ai nostri partner, dice, ma non nomina i tanto attesi carri armati Leopard. Ma sempre da Davos è il Segretario Generale della NATO Stoltenberg ad ammettere che sul punto le consultazioni con gli alleati sono ancora in corso. La nostra posizione non è cambiata, l'Ucraina entrerà nella NATO, dice Stoltenberg, ma nel frattempo per arrivare a trattative di pace servono prima più armi. Favorevole all'invio di carri armati anche il Presidente del Consiglio Europeo Michel e una mozione votata dall'Europarlamento. Intanto da Mosca il Ministro degli Esteri Lavrov chiude la porta a trattative con Kiev. Contro di noi si cerca una soluzione finale come Hitler con gli ebrei, lamenta, poi si dice sorpreso nel vedere l'Italia tra i leader del fronte anti russo.