Volodymir Zelensky porta l'orrore della guerra tra i marmi e gli arazzi del Palazzo dell'ONU a New York. Corpi mutilati e carbonizzati di donne, uomini e bambini che abitavano a Irpin, Mariupol, Bucha. Il video raccapricciante viene proiettato nell'aula del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove il Presidente ucraino, collegato in diretta da Kiev, mostra i crimini di guerra commessi nel suo Paese dai russi: i più terribili, dice, dal secondo conflitto mondiale ad oggi. A cosa serve l'ONU, si chiede, se non riesce a garantire la pace che promette nel primo articolo della sua Carta Fondativa? A cosa serve un Consiglio di Sicurezza dove il potere di veto di uno Stato, diventa potere di uccidere impunemente? Gli ambasciatori guardano atterriti e in silenzio. Quando tocca al rappresentante della Russia, il Paese che da un mese ha invaso il confinante con un esercito di 200mila soldati e migliaia di mezzi, va in scena il più strabiliante negazionismo. Non ci sono prove o testimoni oculari che quei morti li abbiano fatti i soldati russi, dice Vassily Nebenzia, anzi sono stati i nazisti ucraini, che loro sono andati a combattere. I militari di Putin, sostiene, erano lì per portare aiuti umanitari e solo a Mariupol avrebbero salvato oltre 120mila persone, più di 600mila sarebbero volontariamente riparate in Russia. Insomma, conclude, le immagini della guerra sono un gioco geopolitico occidentale per attaccare Mosca. Non se la beve nessuno, perfino Cina e India, suoi tradizionali alleati, condannano i massacri, ma proseguendo nella posizione di ambigua neutralità, chiedono un'indagine indipendente. La Norimberga evocata da Zelensky, che paragona i crimini russi a quelli dei terroristi dell'ISIS, è appoggiata dagli Stati Uniti, che stanno raccogliendo prove e testimonianze. E che nelle prossime ore porteranno all'Assemblea Generale, il voto per sospendere la Russia dal Consiglio ONU per i diritti umani. Secondo le Nazioni Unite, sono 11 milioni gli ucraini che hanno dovuto lasciare le proprie case, 4 milioni quelli scappati dal Paese e almeno 1.400 i civili uccisi. Un bilancio ritenuto però drammaticamente sottostimato.