La libertà dell'Ucraina si poggia sulla determinazione degli Stati Uniti e sul loro supporto bipartisan. A Washington per la quinta volta da quando il suo Paese è stato invaso, nel febbraio di 2 anni fa, Volodymyr Zelensky torna per ricordare cosa c'è in ballo nella guerra contro la Russia a un'America distratta dal conflitto in Medio Oriente e dalle prossime elezioni. Dal presidente uscente Biden incassa la garanzia di un appoggio anche in futuro, affinché la Russia non prevalga, altri 8 miliardi di dollari in aiuti militari che portano il conto totale a oltre 56, con altre bombe guidate e missili aria-aria per gli F16, droni, l'addestramento di altri 18 piloti, un ulteriore sistema antimissilistico patriot, ma nessun via libera a utilizzare le armi occidentali per colpire il nemico in profondità e nessuna corsia preferenziale per l'ingresso nella NATO, come prevederebbe il piano per la vittoria stilato a Kiev e presentato qui alla Casa Bianca. Dalla visita alle fabbriche di munizioni in Pennsylvania, fino agli appelli alle Nazioni Unite e poi al congresso la missione di Zelensky in America è tutt'altro che improduttiva, non solo dal punto di vista finanziario, il presidente incontra la candidata democratica Harris che gli promette sostegno incrollabile, scusandosi con Zelensky se qualche altro leader lo invita a siglare accordi di resa, la stoccata è all'avversario repubblicano Trump che lo aveva definito spregiativamente un venditore a caccia di miliardi per una guerra che non può vincere, ma che a sorpresa ha annunciato che lo riceverà questa mattina nella sua torre di cristallo sulla quinta strada di New York.