Il Presidente ucraino Zelensky parla alla Chatham House Think Tank britannico, con sede a Londra, risponde ad una domanda e apre ad un accordo di pace, di compromesso con la Russia. Ad una condizione: che le Forze Armate russe si ritirino sulle posizioni del 23 febbraio. Dopo un mese e mezzo di stallo potrebbe essere un passo avanti nella trattativa tra Mosca e Kiev, Zelensky lascia intendere che, almeno per ora, non pretenderebbe la restituzione della Crimea annessa dai russi nel 2014. Non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati, dice Zelensky, dopo aver rinunciato all'ingresso nella NATO, il Leader ucraino evita di avanzare richieste su quella parte del Donbass, tra Donetsk e Lugansk, sottratta a sua volta al controllo di Kiev dal 2014. Fino ad ora Mosca ha imputato alla riluttanza di Kiev lo stallo dei negoziati, di conseguenza ha portato avanti il suo piano strategico. Tutto procede secondo i piani in Ucraina, ha detto il portavoce del Cremlino. Il conflitto ha cambiato la geopolitica mondiale e la Russia non vuole subirne le conseguenze. Mosca non ha alcuna intenzione di usare armi nucleari in Ucraina dice poi Lavrov, intanto, dopo aver cancellato le celebrazioni del Giorno della Vittoria nelle Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, il Cremlino chiarisce che sarebbe impossibile organizzarla anche a Mariupol. Nella capitale russa però ormai è tutto pronto. Sul cielo di Mosca volerà il Doomsday l'aereo della Difesa che trasporterebbe i vertici russi in caso di guerra nucleare. E Putin avrebbe già pronto un messaggio da giorno del giudizio indirizzato all'occidente.























