Europee, amministrative, regionali, il 2024 porta in dote una lunga serie di scadenze elettorali, che inevitabilmente avranno ricadute sugli assetti dentro e fuori le coalizioni. La data segnata in rosso sul calendario è il 9 giugno, giorno delle elezioni europee: il sistema proporzionale spinge ognuno a correre per sé, a pesare forza e consensi del proprio partito, non a caso Giorgia Meloni è tentata dalla candidatura come capolista in tutte le circoscrizioni, ma resta anche la necessità di non incrinare la solidità delle coalizioni, fondamentali negli altri voti attesi, perché il 9 giugno potrebbe essere anche la data per i rinnovi di oltre 3.700 consigli comunali, tra cui 27 capoluoghi di provincia e 6 di regione, in una corsa che si intreccia con i rinnovi della guida di 5 regioni: Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Umbria e Piemonte. La prima ad andare al voto il 25 febbraio è la Sardegna: l'uscente Solinas è spinto con determinazione dalla Lega, ma Fratelli d'Italia punta a portare alla guida dell'isola il meloniano sindaco di Cagliari Truzzu, con un muro contro muro che rischia di avere ricadute anche sulle altre regioni. In realtà, nell'isola, di qualche crepa si registra anche nel Centro-Sinistra, con PD e Movimento uniti a sostegno della grillina Todde, ma con l'ex governatore Soru che potrebbe rappresentare una spina nel fianco. Il 10 marzo sarà la volta dell'Abruzzo, l'attuale governatore, Marco Marsilio, uomo di Fratelli d'Italia, ha già ufficializzato la sua candidatura. Nel campo opposto dovrebbe compattarsi tutto il Centro-Sinistra intorno al nome di Luciano D'Amico, rettore dell'Università di Teramo. Il Piemonte potrebbe votare il 9 giugno insieme alle europee, con uscente Alberto Cirio, leghista, difeso a spada tratta da Matteo Salvini, nel nome di: squadra che vince non si cambia. Uno scacchiere reso ancora più complesso dall'incognita di altri presidenti di regione in scadenza dopo il 2024: da Zaia a De Luca, da Bonacini ad Emiliano, fino a Fedriga. Senza la possibilità di correre per un terzo mandato, molti di loro potrebbero optare per la candidatura alle europee, aprendo dunque partite ancora più complesse.