Dopo essersi inchinato per rendere omaggio a Francesco, il Parlamento celebra il rito laico della Festa Nazionale di Liberazione per ricordare la lotta partigiana, ma lo spirito di parte non sembra aver lasciato spazio ad un ricordo pienamente condiviso. E sulla scia dell'invito pronunciato dal governo a manifestare con sobrietà, nei giorni del lutto per la morte di Bergoglio, le ragioni di chi 80 anni fa imbracciò le armi per liberare il Paese dal nazifascismo, alcuni Comuni hanno deciso di cancellare o ridurre le manifestazioni in ossequio al precetto governativo. Clima che ha alimentato lo scontro in aula e a farne le spese anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che prima di pronunciare parole concilianti ha bollato come polemica fuori luogo quella dei parlamentari di Italia Viva e PD, che si sono alzati in piedi durante il suo discorso per rimarcare il fatto che stesse irrispettosamente seduto mentre rievocava il 25 Aprile. "Forse è tempo sufficiente perché si guardi con sempre maggiore condivisione, e mai con strumentalizzazione, a quello che fu uno dei momenti fondanti della storia, dell'antica storia d'Italia". Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha insistito sulla pluralità di voci che hanno animato la lotta contro la dittatura fascista. "Molteplici furono le anime della Resistenza, così come le opinioni e le idee dei suoi protagonisti, a dimostrazione di una pluralità che fu anche la sua forza. Ma tutti erano accomunati dallo stesso obiettivo: sconfiggere la barbarie nazifascista anche a costo della propria stessa vita". Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia, dopo aver condannato i tragici errori del governo fascista, ha fatto notare che tra coloro che formarono i primi governi del Comitato di Liberazione Nazionale, c'era chi guardava all'Unione Sovietica, e avrebbe consegnato l'Italia ad un'altra dittatura egualmente cruenta. Il Partito Democratico non intende festeggiare la Liberazione con la sordina governativa. "Il 25 Aprile non è un monumento retorico, è quello che siamo stati ed è quello che vogliamo essere di fronte alle generazioni future. Ed è quello che noi vogliamo celebrare oggi in quest'Aula, domani nelle piazze, con la fierezza e l'orgoglio che nessuna sobrietà potrà mai sopire". .