"Un destino comune che ci richiama ancora una volta, ora più che mai all'unità, pur nella dialettica e nel contrasto delle opinioni. Unità che è prerogativa della nostra identità". È con queste parole che Sergio Mattarella accomuna lo spirito che attraversò il paese, nei giorni della liberazione dal nazifascismo a quello che scuote oggi l'Italia e non solo. "È una celebrazione", scrive il capo dello Stato "che, a causa della pandemia si tiene nelle case, le nostre case" dice, "ma che serve da richiamo perché ora come allora, oggi come quel 25 aprile di 75 anni fa, gli italiani sono chiamati a un'impresa. Tutti, indistintamente: politica, istituzioni, imprese, lavoratori e cittadini. Il Paese seppe superare ogni avversità e così dovrà essere oggi di fronte alla dura prova di una malattia che", ricorda il Presidente "ha spezzato tante vite. Si deve ripartire in piena sicurezza, ma con un progetto economico e sociale di rilancio. Tornare a quei valori deve essere uno stimolo, un esempio perché resistenza e lotta di liberazione sono la nostra memoria. Pagine decisive della nostra storia che uniscono tutti intorno al Tricolore. Come allora nasceva una nuova Italia da una condizione di grande sofferenza così oggi intorno a quei valori, dovremo costruire il futuro, perché già abbiamo dimostrato", sprona il capo dello Stato "di saper superare ostacoli che sembravano insormontabili". Il sentimento, la vicinanza agli italiani, ai suoi concittadini, come ama chiamarli Mattarella, una presenza forte e discreta al tempo stesso, di richiamo anche duro quando è stato necessario alla politica, messa di fronte alle sue responsabilità innanzi al paese, di richiamo alle istituzioni europee soprattutto come fu subito dopo le improvvide parole dei vertici BCE, che causarono il crollo di Piazza Affari e alle quali seguirono, appunto, a stretto giro, interventi concreti a sostegno dell'economia italiana. Mattarella chiude con parole di incoraggiamento e di sostegno alle forze dell'ordine, lavoratori, famiglie delle vittime e soprattutto a medici e infermieri in prima linea ricorda ancora, nel combattere il virus, il vero spirito che onora la Repubblica.