Silvio Berlusconi aveva scritto poco prima di andarsene, il 12 giugno di un anno fa, parole dedicate a Forza Italia, per dire cosa fosse per lui e quanto fosse a suo parere importante per il Paese, anche nel futuro. L'ha raccontato poi la figlia Marina nel descrivere un padre così amato e così interessato fino all'ultimo, ha spiegato, alla sua creatura politica. Un anno dopo, il partito che porta il suo nome nel simbolo e ha un segretario, Antonio Tajani, mentre non avrà mai più un presidente dopo il fondatore, sfiora il 10% alle europee e diventa la seconda forza della maggioranza, con una risalita importante rispetto ai numeri degli ultimi tempi, anche di quando Berlusconi c'era ancora. Nel frattempo molto si è parlato del ruolo dei figli del Cavaliere, sia nel sostegno al movimento, sempre rilanciato anche attraverso lettere e interventi pubblici, sia riguardo a ipotesi di un coinvolgimento politico, sempre invece smentito. Nel lontano 2007 il "predellino", con Berlusconi che lancia l'idea del PDL, un partito unico di centrodestra unito. Adesso il centrodestra unito governa, pur diviso in diversi partiti. Non è la realizzazione del sogno del Cavaliere ma un po'ci si avvicina, come la bipolarizzazione che si profila, anche con la crescita del PD, è un ritorno alle idee maggioritarie cavalcate da Berlusconi per anni. Certo la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prima portata giovanissima al Governo e poi anni dopo definita con irritazione "arrogante" nel momento di maggiore ascesa, non è di Forza Italia, anzi è a capo di un partito più di destra. Ma il profilo istituzionale messo in campo dalla Premier anche a livello internazionale, così come l'idea di un Piano Mattei per l'Africa, raccoglie almeno in parte quanto Berlusconi ipotizzava per una linea di "buon Governo" già parecchio tempo fa.