Tutela della concorrenza, sicurezza del territorio e contrasto delle forme irregolari di ospitalità. Dal Ministero del Turismo arriva la bozza di proposta normativa sulle locazioni di immobili a uso abitativo per finalità turistiche, con lo scopo di fornire una disciplina uniforme e contrastare il fenomeno dell'abusivismo nel settore. Previsto l'obbligo di CIN, un codice identificativo per ogni unità immobiliare destinata ad affitto breve turistico e che dovrà contenere anche l'indicazione del numero di posti letto disponibili. Gli affitti brevi nei centri storici dei comuni capoluogo delle città metropolitane, specifica la bozza del ddl, non potranno avere una durata inferiore a due notti consecutive e poi rispetto degli obblighi di igiene, sicurezza e antincendio e multe fino a 8.000 euro per chi non si adegua. Si tratta di una vera e propria stretta, con regole di fatto più stringenti e un inasprimento delle sanzioni per chi viola le nuove norme. La bozza, distribuita alle associazioni di settore per avviare un confronto, segue le pressanti richieste dei sindaci soprattutto delle città d'arte che da tempo chiedono strumenti normativi in grado di frenare la desertificazione dei centri urbani, dove app e portali d'affitto a breve termine hanno portato a una proliferazione di nuove residenze turistiche. Tra le varie iniziative, quella del sindaco di Firenze Nardella con una delibera urbanistica che mette uno stop proprio agli affitti turistici nel centro storico. L'Italia di fatto si muove sulla scia di quanto già avviene in altre realtà di settore. Lo scorso 5 settembre ad esempio a New York è entrato in vigore l'obbligo a registrarsi presso le autorità cittadine prima di poter inserire annunci, con tanto di pesanti sanzioni per ogni infrazione commessa. Non mancano le critiche delle associazioni legate al mondo dell'edilizia, che parlano di deriva liberticida. Si tratta, affermano in una nota, di un testo palesemente mirato a contrastare l'ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo.
