Il costo del gas, il presidenzialismo, il reddito di cittadinanza: tre macro-temi che sono stati al centro del dibattito al meeting di Rimini con i leader politici iscritti all'inter-gruppo per la sussidiarietà dove non compare il Movimento 5 Stelle che per questo motivo oggi non era rappresentato. Così Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Antonio Tajani, Ettore Rosato e Maurizio Lupi hanno messo sul piatto di un'affollata platea le ricette che rispecchiano le divisioni politiche che surriscaldano la campagna elettorale. A marcare le differenze tra Meloni e Letta innanzitutto il tema dell'energia e del caro bollette. "Dobbiamo intervenire perché ci siano per 12 mesi prezzi amministrati in Italia e tetto alle bollette elettriche del gas e dell'energia perché questo è l'unico modo per fermare la crescita delle bollette. Per fare questo si tratta di intervenire con un intervento di legge". "Attenzione a imporre il price-cap a livello nazionale perché le società che, diciamo, producono questo gas non è che sono società pubbliche, a meno che non le vogliamo nazionalizzare se ne può parlare, sono società quotate in borsa e quindi loro a 600 lo vendono, non lo vendono a 100, quindi noi li rifondiamo, gli diamo 500. Perfetto. Segnalo che i mercati sono interconnessi. Quindi che facciamo? Mettiamo noi i soldi per far comprare a 100 l'elettricità ai francesi, ai tedeschi, al resto del mercato con cui siamo interconnessi?". Tutti d'accordo comunque sul fatto che bisogna intervenire al più presto. "È urgentissimo senza attendere il nuovo governo" dice Luigi Di Maio. Per Tajani è una battaglia da combattere in Europa, mentre Salvini rilancia anche sul nucleare "energia pulita e sicura" dice. I leader si dividono sulla riforma costituzionale in senso presidenziale. "Faremo di tutto perché il paese non scada nel presidenzialismo" avverte Letta. Caustica la replica di Meloni: "Non mi sembra che quello francese sia un sistema così impresentabile" dice. E poi lavoro e gli stipendi. Meloni e Letta concordano sulla necessità e l'urgenza di intervenire sul taglio delle tasse sul lavoro per aumentare i salari. "Il reddito di cittadinanza va cambiato in modo significativo ma serve uno strumento contro la povertà" spiega il Segretario del PD. E Meloni si associa: "Parlare solo di salario minimo non risolve il problema. Dobbiamo parlare del tema del cuneo fiscale".























