Dopo 3 anni e mezzo di inchieste, omissioni e depistaggi, prendono il via i lavori della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, istituita nello scorso aprile, ma non ancora operativa, a causa dello stallo sull'accordo politico per la guida dell'organismo bicamerale. Presidente è stato eletto Erasmo Palazzotto deputato di Liberi ed Uguali, che così spiega l'obiettivo della Commissione: È nostro obiettivo, come dicevo, ricostruire una verità storica e anche ricostruire il contesto dentro cui è avvenuto quel barbaro omicidio, ricordando in primo luogo che Giulio Regeni è una delle vittime di un regime che viola costantemente i diritti umani in quel Paese. Una ricostruzione della verità che, se ci sarà, dovrà passare attraverso una cooperazione con l'Egitto sul piano politico e diplomatico. “La Commissione avrà un compito duro e importante” commenta il Presidente della Camera, Roberto Fico. L'inchiesta sull'omicidio del giovane ricercatore italiano è praticamente ferma. Un blocco dovuto, negli ultimi mesi, al rifiuto degli inquirenti egiziani di inserire nel registro degli indagati, come richiesto dalla Procura di Roma, alcuni Agenti dei servizi segreti egiziani, che sarebbero coinvolti nel rapimento e nelle torture del giovane di 28 anni, rapito il 25 gennaio e ritrovato senza vita il 3 febbraio del 2016, lungo il fosso di una strada della periferia del Cairo. Studente dell'università di Cambridge, si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti e sul ruolo successivo alla primavera araba.