Oltre 10 milioni di italiani sono chiamati alle urne per le elezioni amministrative di domenica, seggi aperti dalle 7 alle 23. Si vota per eleggere sindaci e Consigli in 1.005 Comuni nelle Regioni a Statuto ordinario e in quelle a Statuto speciale, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia. Occhi puntati sui quattro capoluoghi di Regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila. Sono 21 i capoluoghi di provincia interessati, tra cui Alessandria, Asti, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Verona, Taranto e Trapani. Per votare bisogna presentarsi al proprio seggio muniti della tessera elettorale e di un documento d’identità valido. Agli elettori verrà consegnata una sola scheda elettorale ma la modalità di voto è diversa a seconda della grandezza del Comune. Nei Comuni fino a 15.000 abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco, solo sulla lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata. In ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco. Non è consentito il voto disgiunto. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco e in questo caso il voto viene attribuito solo a quello, oppure tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco. Altrimenti, si può scegliere il voto disgiunto, è possibile cioè tracciare un segno sul candidato sindaco ed un altro segno su una lista non collegata. Eletto sindaco al primo turno è il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi. Nel caso non sia raggiunta i due candidati con più preferenze vanno al ballottaggio del 25 giugno.