Giancarlo Giorgetti, in vista del voto nelle grandi città, non riesce a farsi scaldare il cuore da alcuni candidati del centro-destra. Anche se il Ministro dello Sviluppo Economico taglia corto sulle reazioni che la sua sortita ha provocato: "Polemiche sterili, sono stato strumentalizzato". Ma il fatto che a Roma e a Milano il numero due della Lega sembra scettico sulle chances di vittoria di Enrico Michetti, nella corsa per la conquista del Campidoglio, e di Luca Bernardo, nell'ingresso trionfale a Palazzo Marino, non poteva passare inosservato. Nella Capitale la sua fiducia va a Carlo Calenda, candidato Sindaco di Azione, che potrebbe calamitare i voti dell'elettorato moderato deluso dalla scelta del tribuno di Radio Radio come campione della destra sovranista. Se alla fine il ballottaggio fosse tra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda per il PD assomiglierebbe ad un derby imbarazzante e per il centro-destra ad una debacle. Dal canto suo Michetti ostenta tranquillità: "Preoccupato che Calenda mi rubi i voti? Assolutamente no. I cittadini di Roma sanno chi votare, quindi io mi rimetto al loro giudizio". Silvio Berlusconi difende Michetti da chi, anche in Forza Italia, non è entusiasta definendolo un grande professionista di estrazione moderata ed è pronto ad andare in soccorso di Bernardo ribadendo che senza Forza Italia non si vince. Calenda ricambia la stima del numero due della Lega: "Michetti non è presentabile come Sindaco di Roma. Non è credibile, non ha esperienza. Sta là soltanto perché è amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, mentre Giancarlo Giorgetti, confida al Corriere della Sera, è un galantuomo che fa politica, sa riconoscere il valore delle persone, capisce chi può essere utile alla causa di Roma e dell'Italia". Anche per Milano Giorgetti si traveste da Cassandra e pronostica la vittoria al primo turno del Sindaco uscente Beppe Sala, candidato del centrosinistra. Ma Bernardo non si scompone: "Stimo Giorgetti. È una persona di grande intelligenza, è un grande politico. Non credo che si tratti di una mancanza di fiducia, diciamo tutti la stessa cosa: dobbiamo vincere al primo turno". Intanto Beppe Sala e Carlo Calenda si confrontano in una linea diretta con il secondo che spera di indossare la fascia tricolore come il suo interlocutore. Chissà su quante cose si troveranno d'accordo.