Il Centro-Destra si fa uno, prima a Milano per sostenere tutti insieme Bernardo, poi a Roma, per portare Michetti al ballottaggio. Al proscenio, la coalizione ci tiene e in due conferenze stampa, ci saranno prima del silenzio elettorale, tutti: Salvini, Meloni, Tajani. Meloni attacca i giornalisti, inventano miei virgolettati per dividere il Centro-Destra, posta su Facebook. Anche la Lega, nonostante tutto, sul proscenio, è ancora una e ha il volto di Matteo Salvini. Le altre facce sono, certo, più o meno allineate, ma tutte dietro il Segretario, che nelle ultime ore ha ripreso toni ruvidi e campagna elettorale instancabile, come ai bei tempi. Se davanti ai voti mancanti nei suoi, sul Green Pass, Salvini faceva un vanto della democrazia interna del suo partito di massa, da un paio di giorni ha smesso di fare finta di nulla, con giudizio certo. Non attacca il suo numero due, Giorgetti, per quello che ha detto su Calenda, ma attacca Calenda e i suoi salotti, dice, che nulla possono avere a che fare con il Carroccio. Ancora, non contraddice Giorgetti sulle magnifiche sorti e progressive del Governo Draghi, ma chiede conto, forse è la prima volta, direttamente al Presidente del Consiglio e a Roberto Speranza, delle chiusure che ancora resistono, discoteche in primis. Il tentativo è evidente, è quello di conciliare due elettorati diversi, chi produce al nord, chi protesta al sud, per farla semplice, con una sola Lega. A lui è già riuscito, con enorme successo e però, con Morisi al fianco, Se qualcuno fuori, pensa che la Lega debba tornare ad occuparsi solo di pezzi di Paese, dico "no", parole del Capitano. Intanto, forse il più popolare dei Governatori leghisti, Luca Zaia, smentisce i retroscena: governatori contro Salvini. Lui, dice, pensa a governare. Insomma, l'ipotesi di un Carroccio al congresso dopo le elezioni, sembra un po' sbiadita. Intanto PD e 5 Stelle, accusano la Lega di destabilizzare il Governo, al fine di non patire troppo la rendita di opposizione di Fratelli d'Italia. Dopo le Amministrative, comunque vadano, si parlerà di Quirinale. Sarà pure offensivo, come dice Draghi, ma è tempo.