Il Governo accelera sulla giustizia, le toghe frenano, il ministro Nordio vuole correre su intercettazioni, reati di corruzione e diritto di pubblicare integralmente le ordinanze di custodia cautelare. Sul fronte opposto, dopo due giorni di dibattito, il direttivo dell'associazione nazionale magistrati, il sindacato di categoria, vota due documenti a maggioranza per bocciare le riforme annunciate e alcune già avviate dal guardasigilli. A cominciare dalla stretta sulle intercettazioni. Nella relazione al Parlamento, il responsabile di Via Arenula ha annunciato un taglio alla spesa per questo tipo di attività, ma i magistrati, nel primo documento approvato riaffermano la necessaria difesa e salvaguardia di uno strumento investigativo che ribadiscono è un investimento non una spesa. Il direttivo della ANM poi boccia l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio si rischia di rendere priva di sanzione la violazione degli obblighi di astensione da dolosa alterazione dei concorsi pubblici, l'assegnazione di appalti lavori o servizi pubblici in assenza di procedure di evidenza pubblica. Si legge nel testo definitivo. A Nordio, i magistrati chiedono più risorse, di attuare una reale politica di sostegno della Giustizia, altro fronte sui quali i magistrati fanno quadrato è la difesa del Consiglio Superiore della Magistratura. Le toghe respingono le dichiarazioni del vicepresidente di CSM Fabio Pinelli circa un presunto deragliamento dell'organo di autogoverno dei giudici. Al CSM, scrive il sindacato di magistrati, spetta il ruolo di orientare i compiti di amministrazione della giurisdizione e di esprimere un vero e proprio indirizzo politico in materia giudiziaria. Il comitato direttivo dell'ANM dice infine chiaramente no ad ogni arretramento circa la tutela dell' indipendenza della magistratura.