Dobbiamo raccontarlo, non soltanto per ricordare chi ha pagato il prezzo più alto, ma per imparare a riconoscere subito i germi di quell'odio e di quella violenza, neutralizzarli immediatamente, impedire loro di generare nuove stagioni di dolore, perché insomma, non accada mai più. Ancora oggi a cinquant'anni dalla morte di Sergio Ramelli c'è una minoranza rumorosa che crede, che l'odio, la sopraffazione e la violenza siano strumenti legittimi attraverso cui affermare le proprie idee. .