ArcelorMittal, pressing governo. Restano divisioni su scudo

10 nov 2019
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Tutte le opzioni restano sul tavolo, ma la strada verso una soluzione per il salvataggio dell'ex Ilva di Taranto appare sempre più in salita. Il silenzio di Arcelor Mittal non lascia presumere nulla di buono e lo stesso premier Conte in prima persona aveva voluto incontrare cittadini e operai, recandosi in visita al sito siderurgico, lo aveva lasciato intendere. "Bisogna lavorare tutti insieme con le migliori energie del Paese", aveva detto partendo dal presupposto che la multinazionale confermi la decisione di lasciare. "Sarà fatto di tutto per salvare i livelli occupazionali, tutela dell'ambiente e della salute e mantenimento della produttività". Di tutto però vuol dire anche risolvere la questione dello scudo penale, quell'immunità da ripristinare subito, secondo Pd e Italia Viva. Va tolto ogni alibi, avverte la ministra renziana Bellanova, secondo cui l'azienda va obbligata a trattare col sindacato, con l'esecutivo a fare da garante e non da controparte. Immunità che invece va negata, secondo l'ex ministra pentastellata Lezzi, del resto lo stesso capo politico cinquestelle Di Maio aveva parlato di distrazione di massa rispetto ai reali motivi del disimpegno di Arcelor Mittal, ossia le difficoltà nel rispettare quel piano industriale presentato, poi risultato vincente nella gara per l'assegnazione di Taranto. E i 5mila esuberi messi sul piatto ne sono la prova, attaccano i pentastellati. Proprio gli intransigenti, gli eletti in Puglia, incontreranno il ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli a inizio settimana per chiarire innanzitutto la linea da tenere. Incontro al quale potrebbe partecipare anche il premier che non è escluso veda di nuovo i vertici della multinazionale nelle prossime ore. Io ritengo che non si debbano fornire alibi oggi ad Arcelor Mittal, credo che il problema non sia soltanto lo scudo, ma certamente non bisogna fornire alibi. Quindi penso che il Governo debba trovare su questo una soluzione. L'azienda quando ha vinto la gara d'appalto e ha preso degli impegni sia di produzione sia a livello occupazionale e sia di bonifica dell'ambiente, sapeva che lo scudo penale andava in scadenza. Le opposizioni non fanno sconti e definiscono l'operato del Governo dilettantistico e irresponsabile, ma al tempo stesso assicurano di essere pronti a fare di tutto pur di salvare l'ex Ilva. Ma le divisioni ci sono anche tra le parti sociali. Sul fronte occupazionale, per gli industriali è impensabile immaginare che non vi sia alcuna ripercussione dalla crisi economica in atto. Parole senza senso per la CGIL. "Non si risponde a una crisi chiudendo le fabbriche", avverte la CISL.

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